Software Libero e qualità

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Niko
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Software Libero e qualità

Messaggioda Niko » giovedì 4 giugno 2015, 14:20

Spesso sentiamo dire (soprattutto tra gli irriducibili di Microsoft) che “Linux” non funziona bene, non riconosce alcune periferiche, si blocca, non può far "girare” Autocad, iTunes, etc. etc. e quindi che il software libero non sia professionale o quantomeno di buona “qualità”.

In realtà questo luogo comune si basa su oggetto, contesto, presupposti e conclusioni completamente errati.

Innanzitutto il software libero non è un prodotto caratterizzato da peculiari caratteristiche tecnologico/architetturali, qualsiasi software proprietario, infatti, può diventare “libero” se il produttore inizia a rilasciarlo sotto determinate condizioni di licenza! Uno status "giuridico" quindi non può essere un fattore che influenza direttamente la qualità del software!

Inoltre, pur volendo limitare la trattazione all'insieme di fatto, dei pacchetti software disponibili con licenza libera, ci troviamo dinanzi ad un ecosistema “IMMENSO”: sbagliato e riduttivo limitare l'analisi al solo mondo desktop per giungere frettolosamente ad una conclusione generalizzata.

Nel mondo "server", ad esempio, il software libero è estremamente diffuso, anche più di quello proprietario. La maggior parte del traffico WEB, giusto per evidenziare un caso specifico, viene generata da due noti software liberi: "Apache" ed "Ngnix". Stiamo parlando dei server WEB di governi, banche, organizzazioni militari, università, aziende, etc., che non si affiderebbero mai a sistemi di scarsa qualità o dall'affidabilità incerta. Anche il sistema operativo stesso utilizzato sui sistemi server, nella maggior parte dei casi è una distribuzione GNU/Linux.

Un altro esempio, questa volta in ambito mobile, è rappresentato dal sistema operativo Android (sulla cui libertà c'è comunque da fare alcune precisazioni, ma in separata sede) in cui ritroviamo nuovamente Linux e tanto altro software libero.

Spesso inconsapevolmente ritroviamo ancora software libero su smart tv, WiFi hotspot, router adsl, decoder satellitari, e-book reader e persino sulla... Stazione Spaziale Internazionale!

Insomma il software libero è praticamente dappertutto (e ne vedremo ancora delle belle con la Internet delle cose!) possiamo allora davvero pensare che ingegneri, scienziati, governi e grosse multinazionali abbiano investito centinaia di miliardi su software di scarsa qualità? è' ovvio che non può essere così, anzi è vero l'esatto contrario: la disponibilità del codice sorgente, la possibilità di studio, modifica e redistribuzione, affiancate tra l'altro, nella maggior parte dei casi da un "government" aperto, innalzano notevolmente la qualità del software libero ed opensource.

Ma allora perché può capitare che (fortunatamente solo in casi rari e capiremo presto il perchè) qualche pc desktop si comporta "abbastanza bene" con il sistema operativo di “mamma” Microsoft mentre inizia a fare qualche capriccio se lo usiamo con GNU/Linux?

Semplice, la maggior parte dei problemi deriva dallo scarso interesse che i produttori di hardware hanno nei confronti del mondo GNU/Linux semplicemente perché sul desktop è ancora poco diffuso. Perché assumere altri sviluppatori per poter coprire una fetta così esigua del mercato (parliamo di 2/3%)?
Questo problema riguarda in particolar modo alcune periferiche specifiche come ad esempio le schede grafiche di ultima generazione.

Alcuni produttori rilasciano drivers solo per i sistemi della Microsoft e talvolta della Apple, altri rilasciano un driver (proprietario) anche per Linux, ma sviluppato in modo approssimativo e poco aggiornato rispetto al kernel o alle altre componenti del sistema. Altri ancora, fortunatamente, sono molto più aperti e rilasciano i sorgenti del driver con licenza libera, consentendo così agli utenti la possibilità di studiarlo e migliorarlo, per adattarlo, ad esempio, a nuove versioni del kernel. Altri ancora si limitano a fornire un pò di documentazione (spesso in modo frammentario e graduale, a volte in "NDA") per incoraggiare/consentire lo sviluppo di un driver opensource senza coinvolgere risorse interne.

Nei casi estremi, dunque, la community, spinta dalla voglia di poter utilizzare periferiche hardware particolarmente performanti, ma non supportate dal produttore, è costretta a ricorrere a soluzioni "estreme" adottando tecniche di “reverse engeneering”.
In tal caso lo sviluppo procede tipicamente per "step". Essendo un lavoro lungo e complesso, gli sviluppatori rilasciano appena possibile un driver minimale, poi, progressivamente in base ai risultati delle molteplici notti insonni, passate a smanettare con disassemblatori ed altre diavolerie, iniziano a supportare l'accelerazione hardware ed altre caratteristiche avanzate.

E' normale dunque che un driver così prodotto possa essere incompleto e soffrire di malfunzionamenti e che quindi l'utente viva un'esperienza d'uso non soddisfacente, ma dovremmo esaltare questi eroi dell'hacking piuttosto che denigrare il loro profondo impegno!

Problema simile viene riscontrato nel parco delle applicazioni "professionali" (parliamo sempre di applicazioni desktop). I produttori di software decidono, ancora per motivazioni di scarso interesse nei confronti di GNU/Linux, di sviluppare i propri software solo per determinati sistemi operativi. Programmi come "photoshop" o "autocad", ad esempio, (senza voler complicare troppo le cose) non girano in Linux.

Bene... sembra che un problema dunque esista, anche se alla luce delle riflessioni fatte fin ora è ben ridimensionato.
Ma ragioniamoci ancora un pò...

Innanzitutto la prima cosa che possiamo fare è quella di comprare hardware certificato come compatibile con GNU/Linux, iniziamo a prendere la sana abitudine di consultare un buon motore di ricerca o qualche forum specializzato e scopriremo con sorpresa che di alternative ce ne sono eccome: da tempo oramai molti produttori vendono pc desktop e laptop con distribuzioni GNU/Linux certificate e preinstallate. Non solo avremo la certezza che l'hardware sia supportato e funzioni correttamente, ma risparmieremo anche il costo della licenza del sistema operativo (che ricordo non è gratis, al contrario è compresa nel prezzo del PC).
Facciamo lo stesso anche se compriamo una stampante, una webcam, etc. Rimarremo stupefatti dalla capacità di Linux nel gestire le periferiche "out of the box", e dimenticheremo le giornate passate a scaricare driver dalla rete per far funzionare l'hardware con i sistemi Windows!

Facciamo lo stesso anche con il software. Evitiamo dunque di ragionare per partito preso e consideriamo che esistono delle valide alternative ai più blasonati software commerciali: LibreOffice al posto di MSOffice, Firefox piuttosto che Internet Explorer, Gimp/Krita anzichè photoshop, Ardour/LMMS/Rosegarden, etc. invece che Logic, Blender3d al posto di Maya, QGis/GRASS piuttosto che Arcgis, etc. etc. . Scopriremo un mondo di programmi ed utility altamente professionali pienamente capaci di soddisfare le nostre esigenze, dobbiamo solo superare (e chi sperimenta la tecnologia con un pizzico di curiosità ed entusiasmo si diverte anche nel farlo!) le convinzioni e le abitudini tipiche del "branco". L'impatto iniziale con una nuova grafica o con logiche di funzionamento lievemente diverse, potrà portarci via un po' di tempo, ma non è un fastidio più che sopportabile se consideriamo i vantaggi che otterremo in termini di libertà ed indipendenza?
Può anche capitare che una specifica funzione di un programma proprietario manchi effettivamente tra le alternative libere... ma quanti di noi ne hanno davvero davvero bisogno?

C'è ancora tanto su cui discutere... ma è oramai evidente che chi giudica il software libero di scarsa qualità ha le idee poco chiare!

Ed infine, consentitemi un momento "emozionale"... godiamoci il nostro PC Linux esente da virus e malware che non rallenta inutilmente per controllare ogni singolo file presente sul nostro hard disk!
Godiamo ancora delle nostre "distribuzioni" GNU/Linux che consentono di installare facilmente software da cataloghi certificati di decine di miglia di pacchetti software protetti con firma elettronica! dimentichiamo le lunghe ricerche, i download da siti inaffidabili, il "setup.exe", i next/next/next...
Dimentichiamoci della pirateria! (quanto è triste lo pseudonerd che si vede come il "grande esperto di informatica" ma difatti è imprigionato in logiche del "così fan tutti" ed è il primo schiavo del "crack")!

E se non è qualità questa...

alla prossima!
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